Era Gara 1 dei playoff di EuroLeague 2021. Epoca Covid, quindi a porte chiuse. Il Bayern Monaco aveva condotto 44-25 nel secondo periodo. L’Olimpia con una prodigiosa rimonta era rientrata a meno 11 alla fine del terzo quarto, ma era ancora a meno 11 a 8:32 dalla fine. Con un parziale di 9-0 nel quarto periodo, era tornata a meno due con più di cinque minuti da giocare. Ma sarebbero serviti altri quattro minuti per pareggiare per la prima volta con Zach LeDay a 1:16 dalla fine, 74-74. A 36 secondi dalla fine una tripla di Sergio Rodriguez aveva portato avanti Milano, tre punti, che potevano sembrare tanti con tutta l’inerzia a favore. Invece nel possesso seguente due tiri liberi di Baldwin avevano riportato il Bayern a meno uno. Dopo un errore al tiro di Malcolm Delaney, un fallo di Kevin Punter su James Gist aveva permesso al centro di Monaco di andare in lunetta sotto di uno a 1.2 secondi dalla fine. 2/2 e nuovo sorpasso. Partita finita?
Rewind alla regular season della stessa stagione, gara interna contro il CSKA Mosca. A un secondo dalla fine, Mike James con la sua squadra avanti di un punto sbaglia intenzionalmente il secondo tiro libero per far scadere il tempo. Ma commette l’errore di non colpire il ferro e così gli arbitri chiamano palla all’Olimpia e time-out di Coach Messina. Il gioco disegnato, con la palla ovviamente avanzata nella metà campo offensiva, riesce perfettamente. Malcolm Delaney trova Kyle Hines sotto canestro. Daniel Hackett deve spendere il fallo. Hines va in lunetta per vincere la partita. Sbaglia il primo tiro libero e centra il secondo portando la gara all’overtime. Il CSKA avrebbe vinto al tempo supplementare. Ma il gioco concepito sull’ultimo possesso era riuscito alla perfezione.
Fast forward a Gara 1 dei playoff. 1.2 secondi alla fine. Olimpia sotto di un punto. Rimessa in zona offensiva e la consapevolezza che non si potrà mai avere il tempo per segnare a rimbalzo o per palleggiare. Con 1.2 secondi si può solo ricevere e tirare. L’alternativa è un alley-oop. Il tempo a disposizione però permette all’Olimpia di avere tutte e due le soluzioni il che rende più incerte le scelte difensive del Bayern.
Osserviamo il gioco: Malcolm Delaney esegue un grandissimo passaggio lungo per Zach LeDay e LeDay è strepitoso nel controllare la palla e reindirizzarla sul tabellone. Questa è la vetrina. Dietro ci sono: il movimento da “decoy” di Sergio Rodriguez, che usa il blocco di Kyle Hines per dare la sensazione di poter ricevere e tirare da fuori, lui che era in quel momento il più “caldo”. Invece Rodriguez non riceve ma si dirige sul lato debole dove è posizionato Zach LeDay. Succede questo: con Hines che con un blocco ferma due avversari, permette a Rodriguez e LeDay di giocare due contro uno. Il difensore del Bayern, Jalen Reynolds, sceglie di restare con Rodriguez e così si espone al taglio backdoor di LeDay.
Quante cose sono state realizzate per vincere la partita con un gioco? L’Olimpia aveva un timeout a disposizione; Delaney ha eseguito un passaggio perfetto “sopra” tre difensori, con la freddezza di usare tutto il tempo a disposizione prima di eseguirlo; LeDay ha dovuto tagliare nel modo giusto, ricevere e concludere correttamente; Rodriguez e Punter hanno incrociato per tenere impegnata la difesa e creare due diversivi; Hines ha piazzato un blocco strepitoso per facilitare il lavoro dei compagni.
Un’esecuzione perfetta per un canestro entrato nella storia dell’Olimpia. L’autore del canestro, Zach LeDay, adesso è di nuovo con noi.
L’articolo “The Play”: la storia del canestro iconico di Zach LeDay proviene da Pallacanestro Olimpia Milano.
Fonte: Ufficio Stampa Olimpia Milano
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