La storia delle partite scudetto tra Olimpia Milano e Virtus Bologna è ricca di episodi. Non a caso, i due club che si daranno battaglia in finale per la sesta volta hanno vinto, in combinazione, 46 scudetti. Il primo titolo dell’Olimpia nel 1936 venne conquistato precedendo in classifica proprio Bologna. In generale, 15 volte le due squadre sono arrivate prima e seconda nella medesima stagione. 11 volte, l’Olimpia ha preceduto Bologna (1936, 1938, 1950, 1952, 1953, 1957, 1958, 1959, 1960, 2022, 2023); quattro volte è accaduto il contrario (1956; 1979; 1984; 2021).
Una stagione particolarmente importante nel costruire la storia di Olimpia-Virtus è la stagione 1956/57. Era il primo anno Simmenthal e anche il primo anno in cui Cesare Rubini decise di impegnarsi solo da allenatore. La Virtus, che si chiamava Minganti, aveva vinto i due titoli precedenti ed era la grande favorita anche in quella stagione. Ma allo scontro diretto di Milano in Fiera arrivarono due squadre appaiate in classifica per cui lo scudetto, una fetta importante, sarebbe stato assegnato in quello scontro. L’Olimpia, che era priva del suo americano, Ron Clark, si impose 67-63 dopo un tempo supplementare. Il grande artefice della vittoria fu Sandro Riminucci, alla sua prima stagione milanese. La guardia pesarese segnò 23 punti affiancando il triestino Romeo Romanutti che era invece nella parte conclusiva della carriera. L’Olimpia conquistò allora lo scudetto della prima stella.
La stagione seguente, la vittoria dell’Olimpia fu meno drammatica. L’11 maggio del 1958, l’Olimpia andò a Bologna e si impose nettamente, 76-62 (33 punti di George Bon Salle, il pivot americano che aveva sostituito Clark). Era anche il primo anno di Gianfranco Pieri a Milano: fu protagonista con 17 punti. Un anno dopo la stagione fu rocambolesca. Nel girone di andata, a Bologna, la Virtus sembrava in grado di dominare la partita, tanto da costruire il 62-48 che pareva decisivo. Secondo la ricostruzione dell’epoca quello fu il momento in cui l’allenatore bolognese, Vittorio Tracuzzi, sostituì tutti i titolari esponendosi alla grande rimonta del Simmenthal. Il parziale conclusivo fu 16-2. Il Simmenthal forzò il tempo supplementare che chiuse vincendo 76-73. Pete Tillotson, l’americano di quella stagione, firmò 33 punti. Pieri ne aggiunse 17, Riminucci ne segnò 16. Eravamo nel girone di andata, quindi non fu la partita scudetto, tanto più che Bologna si prese la rivincita a Milano. L’Olimpia conquistò quello scudetto perché la Virtus cedette a sorpresa a Pesaro a fine stagione.
Negli anni successivi emerse Varese a inserirsi nel duopolio Milano-Bologna. Per un ampio arco di tempo, fu Varese l’avversaria dell’Olimpia. Ma verso la fine degli anni ’70, con l’Olimpia in fase ricostruzione, la Virtus tornò grande protagonista dopo un lungo digiuno. Nella stagione 1978/79, la Virtus conquistò lo scudetto battendo in finale la “Banda Bassotti” di Dan Peterson: Bologna era costruita attorno a Carlo Caglieris come playmaker, Renato Villalta e il grande croato Cresimir Cosic, la star della nazionale slava che nel 1980 avrebbe vinto la medaglia d’oro olimpica a Mosca. Cinque anni dopo, le due squadre si ritrovarono in finale a ruoli invertiti. La Virtus era stata in parte ricostruita, i suoi americani erano l’ala Jan Van Breda Kolff e il centro Elvis Rolle che avrebbe trascorso quasi tutta la carriera in Italia, mentre in regia non c’era più Caglieris ma c’era Roberto Brunamonti (l’allenatore era Alberto Bucci). L’Olimpia era nella fase iniziale della propria dinastia. Fu una finale rocambolesca con tre vittorie esterne in tre partite. Bologna vinse a Milano; l’Olimpia ribaltò al partita a Piazza Azzarita rimontando in modo clamoroso dopo l’espulsione di Dino Meneghin; in Gara 3 però era senza lo squalificato Meneghin e nel corpo a corpo conclusivo prevalse la Virtus. Era la stagione in cui l’Olimpia pagò la fuga non autorizzata del suo centro Earl Cureton, che venne sostituito dal grande Antoine Carr, un giocatore esplosivo ma molto acerbo, un rookie.
Quella del 1984 fu l’ultima finale tra queste due squadre per 27 anni. Nel mezzo ci furono sfide anche intense nei playoff (una l’anno seguente) ma nessuna finale fino al 2021. La prima di questa serie arrivata a quota quattro. Bologna quell’anno era 0-3 contro l’Olimpia ma vinse tutte le gare di una finale cui Milano arrivò senza energie dopo le Final Four di EuroLeague a Colonia. La stagione seguente, la Virtus si trovò a difendere il titolo con gli innesti a metà stagione di Daniel Hackett e Tornike Shengelia. Aveva il vantaggio del campo, ma l’Olimpia se lo riprese in Gara 1 e andò a vincere il titolo. Lo scorso anno il fattore campo è stato rispettato sette volte su sette. In generale le ultime 12 partite di questo confronto, prima di Gara 1, sono state vinte dalla squadra di casa a prescindere dalla competizione.
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Fonte: Ufficio Stampa Olimpia Milano
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